catanzaro-01_618

In una terra dove il sole bacia i vicoli antichi e il vento sussurra storie di gloria, giace una città dal cuore giallorosso: Catanzaro. Per anni, il suo popolo ha vissuto di ricordi, custodendo con orgoglio le imprese del passato, quando il “Ceravolo” era un tempio e non un’eco.

Ma ogni leggenda ha un risveglio. E il giorno arrivò.

La stagione era cominciata come tutte le altre, con la solita speranza e un pizzico di timore. Ma qualcosa, quest’anno, brillava diverso. Era negli occhi dei giocatori, nei cori della curva, nei tamburi che non tacevano mai. Era nell’aria. Un vento nuovo, un’urgenza di riscatto. Un sogno lungo diciassette anni.

Guidati da un condottiero saggio e passionale, il mister Vincenzo Vivarini, i Leoni del Sud affrontarono ogni battaglia con ardore. Il pallone danzava sui prati, le reti avversarie tremavano al nome di Catanzaro. Ogni gol era un pezzo di storia ricucita, ogni vittoria un passo verso la vetta.

La città cominciò a crederci. I vecchi scesero di nuovo in piazza con le sciarpe logore ma fiere, i giovani cantavano inni che avevano solo sentito raccontare. Il “Ceravolo” tornò ad essere fortezza, gremito, pulsante, commosso.

E poi, il giorno arrivò.

Un pomeriggio assolato di primavera, la partita decisiva. Il fischio finale fu come uno squillo di tromba: Catanzaro è tornata in Serie B. Le lacrime bagnavano i volti, ma erano lacrime di gioia, di liberazione. Diciassette anni di attesa, di delusioni, di sacrifici: cancellati in un urlo.

Catanzaro non era mai morta. Era solo in silenzio, in attesa. Adesso, l’aquila tornava a volare sopra l’Italia intera, con le ali spalancate e il cuore colmo d’orgoglio.

E questa, amici, non è la fine. È soltanto un nuovo inizio.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *